Ariete ascendente cancro, nasce a Roma in una giornata d’aprile. Ama i film di Woody Allen e i libri di Murakami, si incanta spesso a fissare il cielo. Ha un gatto di nome Dustin Hoffman che le fa compagnia nelle giornate pigre.
«Piaceri semplici come arrostire le patate invece che balli e whisky… Come un picnic ma non di quelli con mille cose in più che poi vengono buttate nel fosso perché nessuno le mangia. Ho visto gente bella e cresciuta buttare via torte intere perché troppo pigra per incartarle e riportarle a casa. Le è mai […]
«Nefando è – proprio come il termine stesso indica – un gioco ripugnante e nauseabondo; allo stesso modo il romanzo che lo racconta è come una palude da attraversare a occhi aperti: un percorso sgradevole ma forse inevitabile, per capire che non tutti escono sani e salvi dalla propria infanzia».
«Il romanzo si evolve come un seme che ha una doppia natura: una più reale, concreta (la “buccia”, per così dire), rappresentata dalla vita degli adulti, e l’altra onirica e magica (il “seme”, appunto) incarnata da Eva e dalle sue fantasie».
«Hagard ci mette davanti alle nostre stesse contraddizioni, mostrandoci che per quanto ci sforziamo di agire razionalmente e di evitare comportamenti autodistruttivi alla fine ci ritroviamo a ripetere sempre gli stessi errori».
«Tempi eccitanti è una riflessione non scontata sulla natura contraddittoria dell’amore e sui rapporti di potere che inevitabilmente condizionano le nostre relazioni sociali».
«Dalla penna originale di Elvis Malaj viene fuori un romanzo breve da leggere tutto d’un fiato, senza farsi troppe domande, in cui la vita di un gruppo di “idioti qualunque” diventa letteratura».
«In fondo, Mal di casa ci insegna proprio questo: essere homesick non significa soffrire di una privazione materiale, ma vuol dire essere alla ricerca di un posto dove essere al sicuro e per cui, soprattutto, valga la pena vivere e lavorare».
«Il colibrì è la ricostruzione di una vita intera, ma il nucleo del libro è costruito attorno a un’idea semplice: c’è molto più coraggio nel restar fermi che nel cambiare».
«Il senso si intravede solo per un attimo, perché la verità è sommersa, come la città che dà il nome al titolo, la favolosa Kitež, a nord del Volga, che si inabissò nel lago per sfuggire ai tartari venuti a conquistarla».
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