L’antidoto al lutto di Anne Pauly
«Ecco che sotto quel sorriso smaliziato comincia a riemergere un’esigenza fortissima e dolorosa: tornare sui fatti passati per riscriverne la narrazione».
La sostenibile leggerezza di Lisa Morpurgo
«Nel ’67 Morpurgo precorre i tempi e dà alle stampe un libro che racchiude in sé le correnti di libertà erotica e spiritualismo del biennio successivo, che già cominciavano a soffiare sul resto dell’Europa».
Nina sull’argine: un cantiere aperto
«L’espressione “cantiere aperto” si usa spesso in senso figurato per rappresentare una ricerca in divenire, per dare l’idea di un’opera in costante aggiornamento. Leggendo “Nina sull’argine” si ha invece l’impressione di essere davvero, fisicamente, in un cantiere, con progetti, scavi, gru e operai».
L’abito bianco, o del riscatto
«La scrittura non è per Léger solo prova di stile, ma strumento con cui riscattare le ingiustizie subite da Pippa, dalla madre e, per estensione, dalle donne in generale».
Controstoria della letteratura queer italiana
«Starita ci mette davanti a una verità semplice: prima ancora che si definisse il queer, prima ancora che si parlasse di identità di genere o di gender fluid, esistevano descrizioni, storie e persone ascrivibili a un modo di essere indefinito e in definitiva equivoco».
I nuovi pionieri americani
«Questi esseri umani, che hanno trovato un modo per non farsi travolgere da un passato sofferto o da un futuro scomodo, che hanno esplorato nuove strategie di resistenza, sono degni di essere chiamati “pioneers”».
Il (poco) dannato caso del Signor Emme
«Per ogni intellettuale caduto in oblio c’è sempre un ricercatore pronto a scartabellare tra gli archivi, ma Roscia è prima di tutto un narratore e adora mescolare finzione e realtà».