La Dorsale

Il mondo vivido della Dorsale

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«Tra il Nord e tutto il resto c’è la dorsale.
Ci sono case sulla dorsale, questo è sicuro. Gente, ogni tanto, non si sa bene dove. Sotto le montagne, di certo alcuni paesi stanno, come mosche chiuse dentro un pugno.
Quello che c’è di certo sulla dorsale è: alberi, sassi, neve, orsi, ricci, cervi, cinghiali, draghi con le ali, draghi senza ali, lucertole grosse come persone, o piccole come lucertole, serpenti poco velenosi, scoiattoli, lepri in quantità, poche strade battute e sicuramente molti morti.
La dorsale è lunga quanto è lungo il mondo, sta tra il Nord e il Sud, e di lì non si muove».

L’anno del ferro è il primo libro della trilogia La Dorsale di Maria Gaia Belli, un fantasy contemporaneo dal sapore sperimentale, sia nello stile di scrittura che per trama e ambientazione. Nel mondo della dorsale ci sono i draghi, ma anche le automobili e gli elettrodomestici. Ci sono bambini che vanno a scuola e adulti che lavorano in ufficio, ma viene dato anche spazio a tutta una serie di conflitti, pregiudizi culturali e legami economici, intessuti con cura da una penna prolifica e piena di creatività.

Il romanzo si struttura in tre parti, ognuna raccontata dal punto di vista di un protagonista differente, con uno stile che muta sensibilmente a seconda del personaggio in questione: il linguaggio crudo e pragmatico di Kami, giovane orfana dal pensiero fulmineo e brutale come quello di un animale selvatico, che racconta una storia di abusi e sopravvivenza nei boschi selvaggi e meravigliosi della dorsale; la parlata spocchiosa, irruenta e diretta di Luk, un adolescente della città di P., sulle cui spalle, dopo la fuga del padre, grava tutto il peso della propria famiglia; infine la voce limpida e sognante di Key, un ragazzo del Nord, che non riesce ad adattarsi alle ristrettissime norme sociali che la famiglia gli impone.

Tutti i protagonisti sono soli, in modi diversi; continuano a esserlo anche dopo essersi incontrati, in realtà, quando iniziano a interagire e conoscersi meglio. Il mondo della dorsale non è un mondo gentile, e in questo assomiglia molto al nostro. I protagonisti non seguono i valori classici del fantasy, non lottano per la giustizia, l’onore o per salvare il mondo, ma piuttosto per salvarsi da esso. Gli sguardi dei personaggi calcolano profitti e perdite, considerano ciò che più conviene loro, ad eccezione probabilmente di Key, che proprio per questo suo modo irrazionale e non utilitaristico di rapportarsi viene ostracizzato. Sono ragazzi abbandonati al loro destino che faticano a trovare un posto sicuro in cui poter vivere.

Per raccontare un mondo moderno e al contempo fantastico, l’autrice ha impiegato una forma che potesse rispecchiarne la complessità, con uno linguaggio attuale, schietto e al contempo capace di conservare risonanze epiche. Generalmente è uno stile asciutto e dinamico, fitto di azioni, che non si perde mai in lunghe descrizioni; più che inconsueto se pensiamo al classico romanzo fantasy, dove interi capitoli sono, per esempio, dedicati a minuziosi dettagli di paesaggi e battaglie (come nei libri di J. R. R. Tolkien) o alla descrizione dettagliata degli animi indossati da specifici personaggi (come nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin).

Eppure, nonostante il linguaggio volutamente scarno, il libro risulta ricco di spunti originali e di sfumature, che contribuiscono ad approfondire e rendere tridimensionali personaggi e ambientazione. Con una tecnica narrativa che ricorda quella dei mondi immaginari creati da Ursula K. Le Guin – o “mondi vividi”, come spesso vengono definiti – scopriamo la cultura delle civiltà che popolano la dorsale attraverso fonti di diversa natura: documenti legislativi, stralci di conversazioni origliate, brevi osservazioni inizialmente incomprensibili che i personaggi si lasciano sfuggire con noncuranza. Sono dettagli che, privi di un contesto, ci si presentano impossibili da comprendere, ma che più avanti possiamo ricollegare a fatti e persone, e che rendono man mano più chiaro il loro significato. È lo stesso processo che avviene viaggiando ed entrando in contatto con un Paese sconosciuto, o imparando una lingua straniera: non si conosce una nuova cultura per gradi, ma a onde, informazioni disordinate che si presentano a strascichi e in modo caotico, e hanno bisogno di essere metabolizzate nel tempo per poterle capire appieno.

Un altro elemento in comune con il fantasy è l’utilizzo di una mitologia fantastica che riprenda motivi e trame della nostra cultura, allo scopo di introdurne una immaginaria. In L’anno del ferro compare una leggenda popolare particolarmente interessante: la storia di un pescatore che ruba il drago della Regina del Mare (infrangendo l’unica legge che lei gli aveva imposto) per la curiosità di vedere il mondo viaggiando attraverso i cieli. Quella notte si risveglia vecchio e storpio, solo nel mezzo di un interminabile deserto, dove dovrà imparare a vivere senza gli agi della sua vita precedente.

«L’uomo si gettò a terra e pianse, invocò la Regina, ma ella non rispose.
Un giovane, che passava di lì a cavallo, sentendolo si avvicinò e gli disse:
“Cosa vi duole, vecchio? State per morire?”
“Divento pazzo” disse lui. “Qui davanti alla mia casa c’era il mare, e oggi vedo solo sabbia.”
“Buon uomo”, gli rispose il giovane, “non siete pazzo. Il sole oggi è alto e voi avete preso un colpo di calore, che vi fa ricordare di quando eravate bambino. Ci fu il mare, qui, cinquant’anni fa, poi vennero le stagioni secche e la spiaggia diventò deserto”».

Quella che sembra una declinazione della storia di Adamo ed Eva costituisce un ponte verso il nostro mondo. L’effetto è lo stesso del racconto del diluvio universale, presente nella maggior parte delle antiche mitologie: il potere narrativo degli archetipi così forte da riuscire a collegare insieme culture tra loro distanti e lontanissime. In questo caso, attraverso il romanzo, persino reali e immaginarie. L’originale e affascinante mondo della dorsale, insieme alle sue misteriose creature e personaggi, tornerà a svelarsi nel secondo libro della trilogia, previsto nelle librerie a novembre 2022. Quel che sappiamo per certo è che le vite di Kami, Luk e Key si intrecceranno ancor più fittamente, portandoci con loro nell’esplorazione di un mondo di cui finora abbiamo appena scalfito la superficie.