Studio presso la facoltà di Letteratura, Musica e Spettacolo della Sapienza. Passo il tempo scrivendo e leggendo di fantascienza e fantasy. Tra le passioni piú grandi troviamo la filosofia e la musica rock, folk e blues. Mi interessa tutto ciò che non esiste e su cui la mente umana ancora non ha poggiato lo sguardo
Lo scorso 14 aprile è uscito l’ultimo libro di Leo Munzlinger, La prossima volta rapiscimi d’estate, terza opera del Ciclo dell’Uovo, che comprende anche Il lavoro dei maiali e Metallo danzante, tutti editi da Moscabianca. Il Ciclo dell’Uovo appartiene a un genere poco conosciuto, e soprattutto qui in Italia poco affrontato: il dreampunk. Dare una […]
«Il romanzo di Drew Magary è l’analisi di un viaggio che trascende i limiti del possibile, un’esperienza in cui gli input provenienti dalla realtà si mescolano alle forze magiche per crearne una versione scollegata e distorta del mondo».
«In questa stagione è mancata la voglia di sperimentare, di consegnare una narrazione esaltante. Difettare di creatività nel genere fantastico è infatti l’errore più banale, e più grave, che si possa commettere».
«Forse siamo veramente soli, e le basi su cui la vita si forma sono molto più rigide di quanto pensiamo. O forse queste civiltà esistono, ma non vogliono comunicare con noi».
«Quello confezionato da China Miéville è un libro che smuove la ragione del lettore, lasciato solo, senza punti di riferimento e obbligato a crearsi una strada che, molto probabilmente, non sarà quella giusta».
«Pendleton Ward riesce a fare ciò che aveva iniziato con Adventure Time: abbattere i classici stilemi narrativi, le unità di luogo e di tempo, per rendere l’idea che gli argomenti trattati siano di valenza universale, distaccati da qualsiasi legge umana».
«La morte, per Tedoldi, rende i dannati pienamente coscienti di sé, portatori di una conoscenza assoluta. Il più stupido degli uomini da morto diventa il più saggio tra i vivi».
«Sul personaggio di Rorschach, e sulle similarità e differenze con Specchio, si gioca il senso della maschera. Entrambi i personaggi si servono infatti di essa con una doppia funzione: rivelare l’identità di chi si ha davanti e nascondere la propria».
«Se nella letteratura gotica il male era rappresentato da orrende figure nate nel folclore e nelle mitologie come vampiri, ghul e fantasmi, il male di Ligotti è meno esplicito, è discreto, striscia e si insinua nelle vite dei malcapitati».
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